
Sabrina Ferilli, ospite di Mara Venier a Domenica In, sottolinea l’importanza della libertà di espressione per gli artisti, criticando le pressioni e le limitazioni alla creatività.
Ferilli e la sua battaglia per l’autenticità nell’arte
In un vivace dialogo con Mara Venier durante la trasmissione Domenica In, Sabrina Ferilli ha aperto il suo cuore riguardo la decisione di partecipare alla fiction “Gloria” di Rai Uno. L’attrice ha espresso il suo dissenso verso le restrizioni che soffocano gli artisti, impedendo loro di affrontare tematiche delicate o di esplorare verità scomode. La Ferilli ha eloquentemente messo in discussione i limiti imposti all’arte: “Come ho capito che Gloria era la cosa giusta? A furia di non poter toccare certi argomenti, di non poter raccontare certe verità, alla fine ci siamo soffocati.”
Un richiamo alla libertà di narrazione
La Ferilli non ha trattenuto la sua critica verso le convenzioni che limitano la narrazione artistica, richiedendo una maggiore inclusività di personaggi imperfetti e storie che rispecchiano la realtà. L’attrice ha evidenziato la sua esasperazione per la tendenza a idealizzare i personaggi, sottolineando la necessità di rappresentare la complessità e le sfumature del reale: “L’arte non puoi imbrigliarla costantemente, come lo devi dire, quando lo devi dire, cosa devi dire.”
Il dilemma tra espressione libera e moderazione
Pur essendo una fiera sostenitrice della libertà di espressione, la Ferilli ha anche ammesso la difficoltà di mantenere un equilibrio tra l’esprimere apertamente i propri pensieri e la necessità di moderazione. L’attrice ha condiviso con la Venier il proprio metodo di autocensura, un compromesso tra il desiderio di franchezza e la prudenza nell’espressione pubblica: “Se dico proprio tutto quello che penso? Non al 100%. Perché devo moderarmi.”
Attraverso il suo intervento, Sabrina Ferilli ha evidenziato la tensione esistente tra la necessità di libertà creativa e le restrizioni imposte dall’esterno, promuovendo un dialogo aperto sulla libertà artistica e sull’importanza di rappresentare la realtà senza filtri. La sua partecipazione a “Gloria” rappresenta non solo un ruolo in una fiction, ma anche una presa di posizione contro la censura creativa e a favore di un’espressione artistica più libera e genuina.